La spondilite anchilosante è una malattia che interessa prevalentemente i giovani uomini, compare tra i 17 e i 30 anni ed è caratterizzata da un dolore persistente alla parte bassa della colonna vertebrale e può coinvolgere anche il gluteo. Proprio perché colpisce i giovani, la spondilite anchilosante è sottovalutata dai medici di famiglia: molti attribuiscono il dolore alla schiena ad altre cause, come l’uso della moto, lo sport, la posizione sbagliata davanti al computer. Invece, il mal di schiena della spondilite anchilosante è indipendente dallo stile di vita seguito e non è una semplice lombalgia dovuta a cattive abitudini: è una malattia ben precisa.
La spondilite anchilosante è una malattia infiammatoria cronica della colonna vertebrale, per questo è detta anche “artrite della spina dorsale”. In alcuni casi può coinvolgere anche le articolazioni periferiche e i tendini che le tengono unite. La spondilite anchilosante è una forma di artrite, che appartiene al gruppo delle spondiloartriti: un insieme di malattie reumatiche di tipo infiammatorio.
Molti tendono a fare confusione fra artrite e artrosi. In realtà, si tratta di due disturbi ben differenti:
– l’artrosi: è una malattia degenerativa, caratterizzata da un deperimento progressivo delle articolazioni e da un dolore meccanico, ossia collegato all’utilizzo dell’articolazione;
– l’artrite, invece, è una malattia infiammatoria; è come un “fuoco che si accende” nell’articolazione e che provoca un dolore indipendentemente dal movimento.
I sintomi della spondilite anchilosante
Il dolore alla schiena persiste da almeno sei mesi e tende a migliorare con il movimento e l’esercizio fisico. In genere, poi, c’è una rigidità articolare mattutina, che tende a migliorare con il passare delle ore. Più la malattia avanza, più le difficoltà di movimento al risveglio si accentuano e durano a lungo.
I dolori e la rigidità mattutina trovano sollievo dopo una doccia calda. La persona malata di spondilite anchilosante può avere un sonno disturbato, soprattutto verso il mattino, a causa dei dolori alla colonna. La spondilite anchilosante si associa con frequenza ad altre malattie, in particolare all’uveite, che provoca arrossamento e visione annebbiata, alla psoriasi, una malattia della pelle con desquamazione, e a malattie infiammatorie croniche dell’intestino.
Gli esami da fare per la spondilite anchilosante
Per diagnosticare la spondilite anchilosante è necessario procedere con un’attenta anamnesi: un colloquio approfondito con la persona, durante il quale il medico raccoglie informazioni in merito ai sintomi avvertiti, alla loro durata, alla storia medica personale e familiare. È essenziale, poi, eseguire una radiografia o una risonanza magnetica della colonna vertebrale, per valutare l’eventuale danno a carico delle vertebre e lo stato di infiammazione della zona.
Il medico può richiedere anche delle analisi del sangue per diagnosticare la spondilite anchilosante, con misurazione della velocità di eritrosedimentazione (ves), che misura il livello di infiammazione nell’organismo. Infine, si può ricorrere a un test genetico per identificare il gene HLS-B27. Le persone che hanno questo gene possono sviluppare la spondilite anchilosante.
Reumatologo 9 Gennaio 2011 il 11:28
Il marcatore che viene comunemente ritenuto associato alle spondilartriti è l’HLAB27.