Se ogni inverno ti ritrovi inchiodata a letto con la bronchite o se, appena sei iperstressata, cadi preda della cistite, cerca di andare a fondo del tuo problema, non con decine di esami clinici, semplicemente interrogandoti, ti senti particolarmente fragile? In quale parte del corpo esprimi le tue fragilità? C’è una nuova chiave di lettura per i tuoi disturbi: la Metamedicina, l’ultimo filone della psicosomatica fondato dalla biologa canadese Claudia Rainville, vale a dire la psicointerpretazione dei sintomi più comuni.
La Metamedicina, utilizzata da psicologi, psichiatri, medici, infermieri e da chiunque sia in contatto con dei pazienti, è stata formulata proprio per venire a capo dei problemi di salute. Non a caso il prefisso meta in greco antico significa andare oltre, per sciogliere i nodi della mente che bloccano il corpo.
Vediamo alcuni sintomi comuni e le spiegazioni secondo la Metamedicina.
La cistite rivela che ti senti “invasa nel tuo territorio”. Il tuo spazio vitale è minacciato da vicino e la cosa ti brucia un po’. L’impellente bisogno di far pipì, accompagnato da bruciori e da una forte infiammazione della vescica. È il disturbo tipico delle donne che intimamente avvertono una o più presenze invadenti, incapaci di rispettare i propri ritmi e il proprio spazio vitale. C’è chi si ritrova “assediata” dai colleghi e dai capiufficio, chi si sente soffocate dal marito, dai parenti o dai figli (che attentano alla vita della coppia) e chi si subisce costantemente le incursioni del vicinato o delle amiche. La cistite ricorrente esprime, quindi, il desiderio di non vedere travalicati i confini della propria esistenza.
La gastrite segnala una situazione che ti “brucia” dentro e che non riesci a risolvere serenamente. Se lamenti spesso e volentieri difficoltà digestive, se soffri di bruciori di stomaco o di reflusso gastroesofageo, la Metamedicina dice che sei vittima di una situazione che non riesci a digerire e che suscita in te molta rabbia, non sentirsi rispettate, ad esempio, può provocare accessi di collera.
La presenza di funghi sulla pelle, cioè la micosi (tipico è il “piede d’atleta” che si manifesta alle estremità) denuncia una situazione di abbandono, perdita, separazione. Compare spesso in seguito a lutti, divorzi, allontanamento dai propri cari. La micosi potrebbe essere una velata protesta a fior di pelle.
Le ovaie rappresentano la nostra parte più femminile, un “serbatoio di ormoni” che consentono alla donna di essere “terreno fertile per procreare”. La presenza di cisti alle ovaie, frequente nelle ragazze giovani che non hanno ancora avuto figli, segnala una certa difficoltà ad assumere il duplice ruolo di moglie-madre al quale la natura le ha destinate. In controluce, traspare il desiderio inconscio di rimandare la decisione di sposarsi e di “metter in cantiere un bambino”.
La vaginite, ed in genere le infiammazioni delle parti intime sono segno di un rapporto conflittuale con il partner. Chi non riesce a debellare la candida vaginale con batterie di ovuli e candelette antimicotiche, dovrebbe fare autocoscienza e porre sotto la lente di ingrandimento il proprio rapporto di coppia. Domandarsi se si sta ancora bene con il proprio compagno ed avere rapporti sessuali con lui, è la prima domanda che ci si deve porre. Altre volte, micosi e vaginite compaiono a seguito di un’avventura erotica. In questo caso ci si sente in colpa per aver tradito il partner e, inconsciamente, si “punisce” quella parte del proprio corpo che ha commesso il tradimento.
Fonte: Starbene