L’ipertiroidismo è l’aumento della funzionalità della tiroide, una ghiandola situata alla base del collo, che produce ormoni fondamentali per la salute. È un disturbo legato alla produzione esagerata di tali ormoni triiodoritonina (T3) e tiroxina (T4), e spesso accompagnato da nervosismo, tachicardia, dimagrimento, innalzamento della temperatura del corpo, eccessiva sudorazione. Contro i sintomi più acuti possono giovare anche erbe con proprietà antinfiammatorie e riequilibranti.
Per riequilibrare l’iperfunzionalità della tiroide e l’eccessiva produzione di ormoni si può ricorrere al marrubio d’acqua, una pianta medica con sommità fiorite ricche di polifenoli e flavonoidi e, in particolare, di acidi fenolici (acido siringico, sinapico, litospermico e rosmarinico). Tutte sostanze che sarebbero capaci di inibire il metabolismo dello iodio, il minerale responsabile della secrezione di ormoni tiroidei: 40 gocce al giorno con un po’ d’acqua.
Contro l’infiammazione giovano le proprietà del ribes nero, 50 gocce al mattino. Si può associare al sanguinello: 50 gocce in poca acqua una volta al giorno per 3-4 mesi. In presenza di una tiroide di origine virale o batterica in fase acuta, sì all’echinacea: 15-20 gocce 2-3 volte al giorno. In fase cronica, invece, preferite l’uncaria. Mentre, se ci sono febbre e dolore al collo è efficace il salice, un albero dalla corteccia ricca di acido salicilico: 15 gocce 2-3 volte al giorno, oppure 2 o 3 compresse al giorno a stomaco pieno.
Se a predominare l’ipertiroidismo sono insofferenza e insonnia, via libera alla melissa: una tisana o 20 gocce alla sera. In alternativa, soprattutto, in presenza di qualche linea di febbre, si può ricorrere al tiglio, un’erba medica ricca di mucillagini, tannini e oli essenziali, che stimola la sudorazione e abbassa la temperatura. Per una tisana da bere 2 volte al giorno si utilizza circa 1 cucchiaino da caffè di fiori essiccati ai quali si aggiungono 200 ml di acqua bollita. Lasciare in infusione per una decina di minuti e filtrare.
Se, invece, il nervosismo è unito a tachicardia, preferire la cardiaca, ricca di glucosidi e saponosidi, che abbassano la pressione: 15-30 gocce 1-2 volte al giorno in poca acqua. In alternativa, si può ricorrere al biancospino: 20-30 gocce da prendere 3 volte al giorno.
L’importante è ricordarsi che le erbe non sostituiscono le cure mediche e possono interferire con l’uso di farmaci o essere controindicate durante gravidanza o allattamento. Il salice va evitato da chi è intollerante all’acido salicilico. Il marrubio va preso sotto controllo medico. Per una cura personalizzata consultare un esperto.