Occhio a pillole, energy drink, beveroni, integratori e altri aiuti chimici o ‘naturali’ per studiare meglio o più a lungo in vista della maturità. “Questi prodotti o non fanno niente, o peggio fanno male: in molti casi la loro efficacia non è dimostrata, in altri invece si tratta di veri e propri medicinali che interferiscono con il sistema nervoso centrale. Oltretutto abituano il ragazzo all’ idea di un ‘aiuto’ artificiale per risolvere i problemi“. A mettere in guardia gli studenti e i loro genitori è Italo Farnetani, pediatra e docente a contratto dell’ Università di Milano-Bicocca.
STUDENTI E GENITORI DIPENDENTI DAL BEVERONE
Il pediatria si dice stupito perché oggi, a cercare una ‘spinta’ in farmacia, dal medico o in erboristeria non sono solo i ragazzi alle prese con gli ultimi ripassi, ma anche i loro genitori.
“In parte sottovalutano il potenziale pericolo di queste sostanze, in parte sono spinti dalle eccessive aspettative nei confronti della performance scolastica dei figli“, dice Farnetani. “Si tratta comunque di un fenomeno reale e preoccupante, che oltretutto ha una valenza negativa dal punto di vista psicologico: il ragazzo – spiega l’ esperto – si abitua a modificare la propria prestazione con sostanze esterne“.