Alimentazione sana nell’ infanzia: la colazione per i bambini secondo il pediatra

 Tempi stretti per i genitori impegnati a preparare il piccolo assonnato, correre a scuola e poi in ufficio. Così “almeno il 30% dei bambini italiani salta la colazione, e molti altri si limitano a prendere rapidamente qualcosa al bar insieme a mamma o papà. Una cattiva abitudine, perché se la colazione è un pasto importante per gli adulti, lo è ancor di più per i bambini. Non a caso si è visto che i bimbi obesi sono fra quelli che saltano più spesso la prima colazione. Inoltre c’ è una chiara differenza nel mantenimento di concentrazione e attenzione in classe tra i piccoli che fanno colazione, e quelli che la saltano“. Parola di Marcello Giovannini, ordinario di Pediatria dell’ Università di Milano, nonché fondatore della Società italiana di nutrizione pediatrica.

L’ IMPORTANZA DELLA COLAZIONE
E’ fondamentale – dice il pediatra all’ ADNKRONOS SALUTE – l’ assunzione della giusta quota di calorie all’inizio di un nuovo giorno, entro due ore dal risveglio: modifichiamo i nostri ritmi biologici, ci ricarichiamo dopo il digiuno notturno e così ‘funzioniamo bene’ durante il giorno“. Un discorso valido sia per gli adulti che per i bambini. “In più – ribadisce Giovannini, padre di 4 figli – per i piccoli si tratta di un momento sociale importante: dopo aver perso l’ abitudine del pranzo in casa tutti insieme, è bene rispettare almeno un appuntamento conviviale che veda riunita insieme tutta la famiglia“.

Gelato di latte d’ asina per chi soffre di allergie e intolleranze alimentari: le novità in materia di gelati

 Il gelato al posto del pranzo, ma anche a merenda e dopo cena. Non più solo al cioccolato, alla nocciola o alla crema ma ai gusti di zucchina, radicchio o addirittura di Barolo e Prosecco. Sono sempre di più gli italiani golosi alla ricerca di nuovi gusti in gelateria. Una tendenza che si accentua con l’ arrivo dell’ estate. Ogni anno, stima la Coldiretti, tra adulti e bambini, in Italia si mangiano oltre 15 chili di gelato a persona, per una spesa di 5 miliardi di euro.

AL NORD IL GELATO PIACE DI PIU’
Di questi il 60% va per i gelati artigianali, il 40% per quelli confezionati. La maggior parte dei consumi, il 53,5%, si concentra nelle regioni del Nord così come la presenza di gelaterie: il primato spetta alla Lombardia con 5.848. Al Sud i consumi arrivano al 28,3% e al Centro al 18,1%. Al buon andamento dei consumi inoltre corrisponde l’ incremento delle gelaterie artigiane. In quattro anni infatti sono cresciute dell’8,8% (2.284 nuovi negozi), nel 2008 le gelaterie erano oltre 35.300. I dati, forniti da Confartigianato confermano che il gelato non è più solo un piacere estivo: per oltre il 40% degli italiani, in tutte le stagioni, rappresenta un ottimo sostituto del pasto principale.

Alimentazione e salute: come ridurre lo zucchero nella dieta

 Introdurre nella dieta un’ eccessiva quantità di dolci significa fare un torto al propri organismo, dal momento che lo zucchero non sopporta nessun elemento nutritivo a fronte di un’ elevata quantità di calorie. Un’ eccedenza di zucchero nel sangue ha conseguenze demineralizzanti e decalcificanti, oltre a impiegare molte riserve di vitamine del gruppo B.

L’ apporto di zucchero determina innanzitutto un aumento della glicemia e un miglioramento dell’ umore, effetto collaterale dovuto ad alcuni neurotrasmettitori sensibili alla presenza di questo alimento. Immediatamente dopo, però, l’ organismo mette in moto un meccanismo di regolazione – basato sull’ azione dell’ insulina – che riporta la glicemia a livelli normali. L’ effetto benefico sull’ umore si smorza e al suo posto interviene lo stimolo della fame o il desiderio di consumare altri dolci.

Se questo circolo vizioso non viene prontamente interrotto, è facile che si instauri una forma di dipendenza, che lega il bisogno di assumere zuccheri in quantità sempre maggiori all’ obiettivo di rivivere gli stati d’ animo positivi, con risultati dannosi per l’ organismo, tra cui l’ aumento del rischio diabete.
Questo è l’ effetto immediato che si ottiene con carboidrati a veloce assorbimento, ma è possibile osservare parzialmente tale meccanismo al termine di qualsiasi pasto in cui prevalgano i carboidrati complessi (pasta, riso e pane).

Alimentazione sana e cucina: i tipi di cottura e i condimenti che fanno bene alla salute

 Seguire una dieta sana significa anche adottare metodi di cottura che non alterino il valore nutritivo e il gusto degli alimenti, che non facciano lievitare il contenuto calorico di un piatto e non appesantiscano l’ apparato digerente.
Ecco allora alcuni tipi di cottura degli alimenti che sono sani e ci aiutano a restare sani e in forma.

CARTOCCIO
E’ un ottimo metodo di cottura: gli alimenti si cucinano nel loro sugo ed essendo sigillati non perdono sapore e aroma. Al cartoccio, in un foglio di alluminio o di carta da forno, si possono cuocere verdure, pesci, carni tenere a pezzetti e frutta.

GRIGLIA
Quella alla griglia è la cottura dell’ estate, delle cene in giardino, un metodo di cottura che arricchisce i cibi di gusto e li libera di gran parte dei grassi. Unico avvertimento: le verdure, il pesce e soprattutto la carne non vanno mai bruciati. I cibi carbonizzati contengono infatti tracce di sostanze ad azione cancerogena.

Intolleranze alimentari: due diete per individuare da soli il problema

 Se la diagnosi e la cura sono di pertinenza medica, possiamo fare da soli qualcosa per individuare un’ intolleranza e ridurne l’ impatto. Basta introdurre qualche piccola variazione nell’ alimentazione quotidiana.
Le intolleranze vanno identificate con test specifici e la terapia va seguita da un medico. Se però soffrite da tempo di disturbi che potrebbero far pensare a un’ ipersensibilità a qualche tipo di alimento (come gonfiore addominale, stanchezza, mal di testa frequenti) potete provare a individuare da soli questo problema.

LA DIETA DELL’ ETA’ DELLA PIETRA
Per 10 giorni mangiate solo cibi naturai, crudi o cotti in maniera elementare: patate, carne (più bianca che rossa), pesce, frutta, verdure ed erbe. Dovrete eliminare latte e latticini, più i cereali e i loro derivati, come pane, pasta e farine: si chiama dieta dell’ età della pietra e ha anche un effetto disintossicante. Dopo 10 giorni, cominciate a reintrodurre, uno per volta, gli alimenti comuni: se un cibo vi provoca reazioni particolari – come mal di testa, gonfiori e nausea -, è possibile che nei suoi confronti si sia sviluppata nel tempo un’ intolleranza.

Dieta per la menopausa: prevenzione e cura dei disturbi della menopausa

 Per vivere bene questa delicata fase della vita, ogni donna può utilizzare il cibo come un dolce rimedio, che aiuta a mantenere e prevenire i più frequenti disturbi dell’ invecchiamento e i sintomi legati al calo degli estrogeni.

1. Assumete ogni giorno due cucchiaini di frumento (o altro cereale integrale) appena macinato. Mescolati allo yogurt o al latte del mattino, consentono di fare scorta di gran parte delle vitamine di cui si ha bisogno in questa fase della vita.

2. Riducete il consumo di proteine animali a favore della soia e dei suoi derivati (bevanda tipo latte, tofu, polpette e spezzatini vegetali): oltre ad avere un effetto protettivo nei confronti di molte malattie, hanno anche un discreto contenuto di fitoestrogeni naturali, sostanze preziose in questo periodo della vita.

Dieta per l’ osteoporosi: come difendersi dall’ osteoporosi con l’ alimentazione

 La guerra all’ osteoporosi si combatte soprattutto nel campo della prevenzione. Il problema della decalcificazione può dipendere, anche nei giovani, da una scorretta alimentazione, da malattie e soprattutto dall’ immobilità.

1. Una dieta ricca di frutta e verdura fresca, di ortaggi verdi a foglia larga e lievito di birra (ricchi di magnesio), di pesce e frutta secca, di cereali integrali (ricchi di vitamina E) e di olio di oliva crudo può fare la vera differenza. Anche i pesci di piccole dimensioni, mangiati interi con la lisca, offrono un buon apporto di calcio.

2. Alcuni cibi (come spinaci, cereali integrali e cioccolato), assunti insieme a prodotti contenenti calcio, tendono a renderlo inutilizzabile per l’ organismo: vanno quindi assunti di preferenza a una certa distanza l’ uno dall’ altro.

Alimentazione e Salute: quando il sale fa bene e quando ridurlo

 Se il sale in sè non è un ingrediente dannoso, ma un suo consumo eccessivo è molto frequente: esso è infatti presente in quasi tutti gli alimenti, in particolare nei prodotti confezionati o da forno, nei formaggi e nei salumi.
Una riduzione del sale nella dieta aiuta a prevenire e curare la sindrome premestruale, la cellulite e, assai più importante, l’ osteoporosi e l’ ipertensione arteriosa. In una dieta iposodica non è necessario (né consigliabile) eliminare del tutto il sale; occorre semmai ridurre i prodotti che ne contengono alte dosi. In tal caso si può continuare a salare, con moderazione, i piatti preparati in casa (pasta, riso e patate), imparando nel contempo a utilizzare spezie ed erbe per insaporire le pietanze, riscoprendo così il piacere del vero gusto dei cibi.

IL GUSTO DELLE ERBE
Le erbe aromatiche sono un’ ottima alternativa al sale e offrono molti vantaggi. Ricche di vitamine e minerali, stimolano la digestione e favoriscono la depurazione. Utilizzatele fresche e raggiungetele agli alimenti a fine cottura, per salvaguardarne il contenuto in oli essenziali.

QUANDO IL SALE FA BENE
Il sale è una preziosa fonte di iodio, sostanza presente anche nel pesce, nelle uova e nella carne, indispensabile per la sintesi di alcuni ormoni. Chi vive lontano dal mare, però, spesso non ne riceve dosi adeguate. Il metodo più efficace per assicurarsene le giuste quantità è usare il sale arricchito di iodio al posto di quello normale.

Proprietà e benefici del vino: mezzo bicchiere al giorno dona cinque anni di vita in più

 Che il succo d’ uva fosse un elisir di lunga vita alcuni lo dicevano da tempo. Oggi è stato provato da uno studio scientifico olandese: mezzo bicchiere di vino al giorno regala circa 5 anni di vita in più. Grazie all’ analisi delle abitudini alimentari di un campione di circa 1400 uomini, seguiti per più di 40 anni, ha rivelato che bere regolarmente una piccola quantità di alcol al giorno aumenta la longevità. In particolare, chi predilige il vino ha i migliori benefici: con mezzo bicchiere di vino al giorno le persone tendono a vevere circa quattro anni e mezzo o cinque anni in più rispetto agli astemi. Ma non è tutto: chi consuma fino a due bicchieri di vino, due pinte di birra o due dosi di superalcolici al giorno tende a vivere comunque due anni in più rispetto ai non bevitori.
E dunque? Ciò che ci dicono i medici sui pericoli dell’ alcol per la salute è tutto falso?

I BENEFICI DEL VINO PER LA SALUTE
I ricercatori della Wageningen University in Olanda hanno analizzato 1.374 uomini di 40 anni nati tra il 1900 e il 1920, esaminando fino al 2000 abitudini a tavola, con l’ alcol e il fumo e l’ indice di massa corporea di ciascuno, registrando inoltre la prevalenza di infarto, ictus, diabete e tumori nel gruppo.
Lo studio ha scoperto che il vino è legato a doppio filo con un più basso rischio di morte per tutte le cause.

Virus da animali esotici e cibi etnici: il virologo lancia l’ allarme sulle nuove mode, rischio di infezioni

 Gli animali, si sa, sono la passione di molti, siano essi compagni da tenere in casa – pur bizzarri che siano – che nel piatto. Le nuove tendenze spingono sempre più il gusto nell’ esotico, anche in questo: animali come iguane, serpenti, pappagalli dai colori sgargianti sono sempre più desiderati e cercati, mentre sul fronte culinario la cucina etnica che predilige carne e pesce non cotti spopola da tempo anche nel Belpaese. Ma a frenare l’ entusiasmo c’ è l’ allarme lanciato dai virologi, soprattutto per il rischio di contrarre infezioni.
E, mentre gli esperti mettono in guardia i cittadini dai pericoli legati ad alcune nuove abitudini in fatto di cuccioli e alimentazione, nasce la nuova European Society for Virology (ESV), con il compito di vigilare proprio su questo genere di episodi: la convivenza in casa con animali selvatici e la predilezione per carni non cotte favoriscono il passaggio di patogeni dagli animali agli uomini.

Rimedi naturali: le proprietà del miele per curare le ferite

 Che il miele avesse moltissime proprietà nutrizionali era assodato, ma ora un nuovo studio lo pone anche tra i “farmaci” non più fitoterapici, ma addirittura utilizzato negli ospedali tradizionali. Il miele, infatti, favorisce la cicatrizzazione delle ferite. Particolarmente efficaci quello di timo e la melata, secrezione zuccherina delle api. Le virtù curative di questo alimento, conosciute già dall’ antichità, sono apprezzate dunque anche dalla medicina ufficiale che, in diversi studi, ne ha testato le capacità antibatteriche. In Francia, però, c’ è anche un ospedale pubblico che utilizza uno speciale protocollo di apiterapia per curare le ferite e le ulcere, puntando sulle capacità cicatrizzanti, note nelle medicine tradizionali di diversi Paesi.

Pioniere di questa sperimentazione è il professor Bernard Descottes, capo del Dipartimento di chirurgia interna e trapianti dell’ ospedale di Limoges, convinto sostenitore del miele come terapia dal 1984, quando ha cominciato ad ottenere risultati positivi su piaghe di difficile cicatrizzazione.