Le intolleranze alimentari fanno ingrassare. Fino a qualche anno fa non era chiaro perchè le persone che eliminavano i cibi a cui erano intolleranti riuscissero a perdere peso (soprattutto massa grassa). Il dimagrimento di fatto avveniva ma mancava la spiegazione scientifica. Negli ultimi anni si è capito che il meccanismo dipende dal controllo della infiammazione alimentare. Mangiare cibi verso cui esiste un’ allergia alimentare ritardata (in questo caso si parla di intolleranza alimentare vera e propria) determina una reazione infiammatoria che interferisce sulla regolazione dell’ insulina. In pratica, chi è intollerante al lievito e mangia pane e formaggio (entrambe sostanze fermentate) riceve uno stimolo a ingrassare. Mentre se porta a tavola gli spaghetti al burro (gli stessi alimenti non lievitati) riduce l’ infiammazione, regola meglio il consumo degli zuccheri, ha meno fame e brucia il grasso accumulato. Nell’ ultimo anno inoltre sono state scoperte le cellule del sistema immunitario presenti nel tessuto adiposo (grasso localizzato). Quando queste cellule vengono stimolate dalla reazione allergica, attivano una modifica nel consumo degli zuccheri. Una dieta corretta può riportare questa alterazione nella norma, aiutando a migliorare il rapporto con il proprio peso.
Alimentazione
Sopressa vicentina DOP della cucina veneta
Poco sale e tanto sapore: è la soppressa vicentina DOP, perfetta per l’ aperitivo ma anche in cucina per piatti golosi. Un boccone tira l’altro, l’ importante è che sia vicentina e Dop. Forse la conoscono in pochi ma chi assaggia la soppressa vicentina non può fare a meno di apprezzarla. L’ impasto della soppressa vicentina è compatto ma resta tenero e morbido malgrado la lunga stagionatura. Sono il clima e le caratteristiche ambientali di questa zona geografica, con giornate ventilate e asciutte, che conferiscono alla sopressa il profumo e l’ aroma tipico dovuto anche all’aggiunta di pepe e altre spezie (cannella, chiodi di garofano, noce moscata e rosmarino). L’ apporto di sale è minimo. Il risultato finale è un prodotto con buone qualità dietetiche. Non deve abusarne però chi ha problemi di fegato o colesterolo perché comunque, come in tutti i salumi, un certo quantitativo di grasso è inevitabile. La Denominazione di Origine Protetta (DOP) viene riconosciuta dall’ Unione Europea ai prodotti tipici che hanno un forte legame con il territorio di origine e il cui processo di lavorazione è eseguito interamente in un’ area delimitata e secondo un preciso disciplinare di produzione. Questo per tutelare un prodotto il cui valore non è solo economico ma anche storico e culturale. Il controllo di qualità della sopressa Vicentina viene eseguito in modo severo, in particolare viene verificato che l’ allevamento degli animali, la lavorazione delle carni e la stagionatura siano realizzati secondo un preciso disciplinare. La scelta della razza suina più rustica (il mas-cio) e alle modalità di alimentazione dei suini (evitando l’uso di sottoprodotti), rappresentano proprio la peculiarità che fanno della sopressa Vicentina un prodotto DOP.
Salame d’ oca di Mortara. La specialità della provincia di Pavia
La zona di produzione del salame d’ oca è la provincia di Pavia. Fin dal Medioevo la Lomellina, favorita dalle condizioni climatiche ed ambientali, è la più importante zona per l’ allevamento di oche in Italia, con epicentro a Mortara. I salumieri lomellini, riuniti nel Consorzio Produttori contraddistinto da un apposito marchio depositato, confezionano i loro prodotti d’ oca, tra cui il prodotto leader della salumeria lomellina, il Salame d’ oca di Mortara (composto di una parte di carne d’ oca e di due parti di carne di suino ed immesso al consumo dopo la cottura) ed il Salame d’ oca di Mortara Ecumenico (preparato esclusivamente con carne derivante dal disossamento del petto dell’ oca, senza l’ aggiunta di altro tipo di carne e quindi stagionato per almeno sessanta giorni). A differenza del primo, ormai popolare fra i buongustai in Italia e all’ estero, il salame d’ oca Ecumenico è stato introdotto sul mercato da quasi un decennio, grazie al lavoro di ricerca effettuato da appassionati salumieri lomellini che si rifanno ad antiche tradizioni. Il salame d’ oca ecumenico rappresenta un rarissimo esempio di unione, almeno in termini gastronomici, delle tre religioni monoteiste: la cristiana, l’ ebraica e la musulmana (che vieta il consumo di carne di maiale).
Riso DOP di Baraggia. Prodotti tipici del Piemonte
Il riso (bianco o nero) di Baraggia del Piemonte non teme confronti per tenuta in cottura e qualità, dall’ antipasto al dolce. Nel triangolo tracciato dal fiume Sesia ad est, il torrente Elvo a ovest sud-ovest e la strada Biella Cossato Gattinara a nord nordovest, un territorio freddo e fortemente argilloso, prende forma e sapore il riso di Baraggia, un riso che in tutte le sue varietà ha una notevole capacità di assorbire i condimenti. Le varietà Baraggia, Biellese e Vercellese DOP mantengono una maggiore consistenza. L’ultimo a completare la gustosa gamma dei risi di Piemonte, il nero di Baraggia integrale a pericarpo nero, con un granello di buone dimensioni e dai tempi di cottura ridotti, (ideale per timballi e piatti a base di pesce) è una chicca per intenditori. Il termine Baraggia da sempre è stato usato per indicare i terreni poco fertili, occupati da vegetazioni spontanee tipiche della brughiera quali rovi, erica e querce. L’ unica possibilità per renderli sfruttabili dal punto di vista agronomico era offerta dalla disponibilità costante di acque irrigue. L’ irrigazione, inoltre, rappresenta lo strumento ideale per neutralizzare l’ acidità del terreno. E il riso, che richiede la pratica dell’ irrigazione per sommersione (la stessa raccomandata per la bonifica) costituiva una delle poche colture possibili. La coltivazione nella Baraggia biellese e vercellese venne inizialmente introdotta in via sperimentale, scegliendo le varietà di riso più adatte alle difficili condizioni climatiche. Il marchio Dop rappresenta un riconoscimento importante per decine di aziende che hanno scelto la strada difficile della produzione di qualità e che oggi sono fortemente preoccupate dall’ ingresso sul mercato europeo e italiano dei risi asiatici. Il riconoscimento del grande valore aggiunto del riso di Baraggia rappresenta un importante tassello delle qualità del Piemonte agricolo e agroalimentare, da tutelare e valorizzare. Con il regolamento CE n° 982/2007, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Unione Europea, la Commissione delle Comunità Europee ha approvato la Denominazione di Origine Protetta per il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese. La DOP costituisce la più importante certificazione di valore europeo a protezione e valorizzazione dei prodotti tipici agroalimentari per i quali tutto il processo produttivo, dalla coltivazione alla lavorazione e trasformazione, avviene esclusivamente in un territorio delimitato e riconosciuto ufficialmente.
Olio Sabina del Lazio: olio DOP dietetico e salutare
L’ olio d’ oliva Sabina del Lazio deriva da olive raccolte a mano e spremute a freddo, senza manipolazioni o solventi chimici. Questo è il segreto del sapore e della leggerezza dell’ olio Sabina. Quaranta chilometri a nord est di Roma si estende quella parte della catena degli Appennini conosciuta con il nome di monti Sabini. Una zona suggestiva, che il tempo, nei secoli, ha mutato poco, nell’ urbanistica e nelle tradizioni. La produzione di olio d’ oliva Sabina, è ritenuta, da sempre, il prodotto di eccellenza del territorio, riconosciuto dal marchio DOP. Non a caso ritroviamo notizie degli ulivi e dell’ olio sabino negli scritti che precedono la fondazione di Roma. In Sabina vive l’ ulivo più antico d’ Europa, 2000 anni di storia. A rendere speciali le olive e l’ olio che se ne ottiene, color giallo oro dai riflessi verdi e con un’ acidità massima pari allo 0,70%, sono le caratteristiche climatiche della zona di coltivazione e il terreno calcareo, permeabile e asciutto. Molte le varietà di olive impiegate, da sole o in abbinamento: Carboncella, Leccino, Raja, Frantoio, Moraiolo, Olivastrone, Salviana, Olivago e Rosciola. L’ olio Sabina è frutto di un lungo e paziente lavoro, per questo la qualità è altissima. Le olive vengono raccolte a mano e lavorate con il metodo tradizionale della spremitura a freddo, vale a dire con la sola pressione quindi senza manipolazione o addizione di prodotti chimici. Il risultato, sicuramente, non risponde a criteri di quantità bensì di qualità e basta assaggiare il risultato per capirlo: sapore, leggerezza, profumo sono inconfondibili. Le analisi, inoltre confermano altri dati: l’ ottimo valore nutrizionale, le numerose proprietà benefiche che ne fanno un condimento unico e da provare.
Celiachia. Sintomi, diagnosi, test, alimenti per celiaci
Solo una persona su dieci sa di essere celiaco (intollerante al glutine). La celiachia è una patologia sempre più diffusa in Italia. E’ una malattia subdola perché molto spesso non diagnosticata. I sintomi della celiachia sono infatti generici e imprecisi, possono essere riferiti a molti fattori e solo in un secondo tempo si pensa alla celiachia. Secondo le stime in Italia sarebbero circa 400 mila le persone affette da celiachia, eppure solo a pochissimi, addirittura uno su dieci, sarebbe stata diagnosticata. Per quanto diffusa, la celiachia è certamente sottostimata. La celiachia è una intolleranza permanente al glutine (una sostanza proteica presente in avena, orzo, segale e frumento) che, una volta introdotta, provoca una reazione tossica nell’ intestino per cui i cibi ingeriti non vengono più assimilati. Gli alimenti non digeriti possono portare a un’infiammazione cronica della mucosa che può provocare diarrea, vomito, mancanza di appetito, gonfiore addominale, arresto della crescita (di qui l’ importanza di diagnosticarla con tempestività nei bambini) e perdita di peso.
DAI SINTOMI ALLA DIAGNOSI
Non sempre la celiachia si presenta in modo chiaro. Un tipo di celiachia, definita silente, è pressoché asintomatica (cioè priva di sintomi). Ugualmente subdola è la forma definita atipica che ha sintomi diversi e prevalentemente non riferibili all’ intestino, come ad esempio l’ anemia o la dermatite erpetiforme. La celiachia che gli studiosi definiscono tipica, però, ha una sintomatologia ben identificabile: arresto della crescita (nei bambini dopo lo svezzamento), diarrea, debolezza, perdita di peso, gonfiore addominale e turbe dell’ umore. In presenza di uno o più di questi disturbi è sempre bene sentire lo specialista ed effettuare il test. Vi sono casi, infine, in cui i sintomi sono un po’ meno specifici come disturbi allo stomaco, facilità alle fratture, crampi muscolari e ferite alla bocca.
Verdura di stagione: il cavolfiore per mangiare sano e per la salute
Verdura fresca di stagione ? Scegliete il cavolfiore. Con la sua perfetta formula di sali, vitamine e antiossidanti, il cavolfiore è la verdura di stagione da non far mancare a tavola. Contiene poche calorie (25 per 100 gr); anche se presente sui mercati tutto l’ anno, è considerato un ortaggio invernale e primaverile. Le proprietà benefiche del cavolfiore per la salute sono molte. È naturalmente ricco di minerali, acido folico, fibre, ferro, fosforo, calcio, potassio, magnesio, fosforo, vitamina C (allo stato fresco, ne contiene quanto le arance) e vitamina B9, necessaria alla moltiplicazione e al rinnovamento cellulare. Ha principi attivi antibatterici, antinfiammatori, antiossidanti, antiscorbuto, depurativi, rimineralizzanti e benefici per la rigenerazione dei tessuti. Il cavolfiore è anche indicato in casi di diabete perché non contiene glutine (è adatto anche ai celiachi). Secondo alcuni studi americani previene il cancro al colon e l’ ulcera e cura l’ anemia. E’ invece controindicato in caso di ipotiroidismo (contiene sostanze che rallentano il lavoro della tiroide). Broccoli e cavolfiori, secondo recenti ricerche scientifiche, sarebbero efficaci nella prevenzione al cancro alla prostata. Uno studio, condotto dal National Cancer Institute di Bethesda, nel Maryland e pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute, ha evidenziato che chi segue un’alimentazione ricca di cavoletti di Bruxelles, cavolfiori, broccoli e cavoli presenta il 49% di possibilità in meno di ammalarsi. Il loro segreto? La presenza di antiossidanti (flavoni) e indoli, in grado di contrastare l’ azione degenerativa dei radicali liberi.
Sovrappeso e additivo E621: il glutammato e l’ obesità
Esiste un legame tra glutammato (l’ additivo E621) e sovrappeso. Già nel 1969 lo scienziato Dr John Olney scoprì che giovani topi nutriti con glutammato monosodico (MSG) diventavano rapidamenti grassi. Successivi studi hanno dimostrato la stessa cosa anche con molte altre specie di animali; attualmente gli effetti del glutammato sono così noti e accettati che vengono abitualmente sfruttati negli studi sperimentali che impiegano animali resi obesi. Perché il glutammato fa ingrassare? Per provocare un rapido sovrappeso in un animale basta creare danni puntiformi nell’ ipotalamo: il glutammato è in grado di fare la stessa cosa. Gli esseri umani sono 5 volte più sensibili alla tossicità del glutammato e i bambini sono 4 volte più sensibili degli adulti. Secondo alcuni esperti, è la precoce esposizione al glutammato, presente quasi ovunque nei moderni cibi industriali, una della cause dell’ aumento di obesità tra le nuove generazioni. Molecole come il glutammato monosodico sono in grado di favorire non solo l’ obesità, ma anche la sindrome metabolica che rapidamente si sta diffondendo tra la popolazione e che è associata al diabete, all’ ipertensione e ad un maggiore rischio cardiovascolare. Il glutammato monosodico è il sale dell’ acido glutammico, naturalmente presente negli alimenti. Una volta veniva estratto da un’ alga, ma adesso è prodotto industrialmente partendo da colture di lievito fatte fermentare su melassa di barbabietola. A temperatura ambiente, si presenta come una polvere bianca cristallina. Il glutammato fa parte di molecole definite esotossine, che possono creare seri problemi nei soggetti sensibili (allergie, intolleranze, disturbi e malesseri vari). C’è chi giura sulla sua innocuità, mentre altri lo considerano un additivo quanto meno sospetto.
Cocktail analcolici vitaminici per l’ estate e il metodo antisbronza.
Un ricercatore medico (Andwew Irving) ha steso un trattato su come si esce da una sbornia. Ecco i suoi cocktail salutisti a analcolici per la mattina dopo. I ” rimedi analcolici ” sono tre storici mix analcolici usati da tutti i barman del mondo per far uscire i loro clienti dal tunnel della sbornia! Ma possono essere anche preparati a casa o offerti agli amici come cocktail analcolici vitaminici e dissetanti per l’ estate…senza sbornia! Sono semplicissimi da preparare e fanno bene alla salute.
PUSSYFOOD: 30 ml di succo di lime, 30 ml di succo di limone, 30 ml di succo di arancia, ghiaccio tritato. Shakerare il tutto e versare senza filtrare.
Perchè funziona: è un perfetto mix di vitamine e antiossidanti e dissolve le nebbie dell’ alcool.
HONEY BUN: 1/2 banana matura, 1 cucchiaio di miele chiaro; 2 cucchiaini di yogurt. Aggiungere quanta acqua si desidera, frullare tutto e versare su 4 cubetti di ghiaccio.
Perchè funziona: placa lo stomaco e riequilibria gli zuccheri nel sangue. La banana reintegra le perdite di potassio, il miele accelera l’ eliminazione dell’ alcol e lo yogurt dà proteine, grassi e minerali.
PEACH PERFECTION: 200-250 g di pesche sbucciate, zenzero fresco, 6 foglie di menta, acqua gassata. Pelare lo zenzero e frullarlo con le pesche. Versare in un bicchiere e aggiungere 5 cubetti di ghiaccio, l’ acqua e la menta.
Perchè funziona: le pesche riforniscono di acqua e zuccheri, lo zenzero rilassa lo stomaco e i dolori alle articolazioni e alla testa.
Carote: nell’ insalata, da sole o nella torta per un’ alimentazione sana
La carota, integrata in una sana alimentazione, possiede vere e proprie virtù medicinali: protegge, medica e cicatrizza le pareti intestinali fermando eventuali emorragie, aumenta la secrezione biliare e anche quella lattea, il suo succo ricco di minerali e vitamine ha il potere di ringiovanire i tessuti, mentre l’ olio di carota aiuta contro la carie dentale e le affezioni polmonari e ossee…e pare avere anche un benefico effetto sull’ umore ! Una curiosità: anticamente le carote erano bianche, viola, rosse, giallo-verdi o nere, ma non arancioni. Inoltre, il loro gusto era così amaro che venivano usate solo per fini terapeutici. Oltre alle sue benefiche proprietà per la salute, la carota è utilissima nella dieta: può essere mangiata nell’ insalata oppure da sola come spuntino salutare, o anche centrifugata da bere. I centrifugati sono un ottimo modo per fare il pieno di vitamine e minerali. Si possono preparare con uno o più tipi di frutta e verdura, ma un’ abbinata classica e piacevole al palato è il centrifugato di mela e carota. Ci sono ottimi strumenti in commercio per preparare in modo semplice e veloce i centrifugati (ad esempio Multipress di Braun costa solo 70 euro). Una dieta sana e calibrata può comunque prevedere anche una fetta di torta di carote : un modo dolce per restare in salute ! Ecco la ricetta.
5 regole per il colesterolo alto: alimentazione e attività fisica
Contro il colesterolo alto, la Nutrition Foundation of Italy ha stilato alcune regole di base per combattere l’ eccesso di colesterolo presente nel sangue attraverso un’ alimentazione più corretta. Ecco
Pesce: proteine e omega 3. Ma attenzione al mercurio
Che mangiare pesce fa bene è risaputo: il pesce è un alimento sano ricco di proteine e omega 3 (acidi grassi). Ma mangiando pesce, insieme agli omega3 che tanto fanno bene alla salute possono essere presenti anche dosi di mercurio. I benefici offerti dagli omega 3 all’ organismo sono superiori in valore assoluto ai danni imputabili all’ assunzione di mercurio (attraverso il pesce contaminato che finisce nel piatto). Ci sono però dei metodi per ridurre il rischio di assunzione di mercurio: è sempre meglio scegliere i pesci ritenuti più sicuri dalle indicazioni dell’ Environmental Defense Fund di Washington (Usa) e usare un metodo di cottura del pesce che mantenga alti gli omega 3. Ecco una classifica utile per la scelta tra i diversi tipi di pesce sulla base del loro contenuto di proteine, omega 3 e rischio di inquinamento.
ALICI: grondano di omega 3 e vivono così poco che gli inquinanti non fanno in tempo a depositarsi nelle loro carni; fritti hanno troppi grassi, meglio quindi mangiarli arrosto. Contengono 3150 mg di omega 3 a porzione, 25,2 g di proteine a porzione, un rischio di inquinamento basso.
BRANZINO: il suo apporto di ferro (30 mg a porzione) fa circolare meglio l’ ossigeno per il corpo, aiutando muscoli e cervello a girare al massimo, un pò inquinato però. Contiene 950 mg di omega 3 a porzione, 26,6 g di proteine a porzione, un rischio inquinamento medio.
MERLUZZO: un etto e mezzo garantisce un’ iniezione da 0,12 mg di riboflavina, la vitamina B2 famosa perchè favorisce una vita delle cellule più lunga. Contiene 276 mg di omega 3 a porzione, 25,5 g di proteine a porzione, un rischio di inquinamento da mercurio medio.
TROTA DI ALLEVAMENTO: rifornisce di tutti i nutrienti che servono alla modica cifra di 118 calorie per etto, e con una quantità di metalli pesanti tra le più basse registrate. Contiene 1396 mg di omega 3 a porzione, 30 g di proteine a porzione, un rischio di inquinamento basso.
Alimentazione equilibrata e miti da sfatare
Per la nostra salute e per il nostro benessere, una sana alimentazione deve essere varia ed equilibrata, oltre ad abbinarsi ad un sano stile di vita e all’ attività fisica. Vediamo allora alcuni miti da sfatare per una corretta alimentazione.
Gli integratori non sono necessari nello sport
Il business dietetico degli integratori (bibite arricchite di sali minerali e vitamine per reintegrare presunte perdite che si verificano con la sudorazione) ha trovato un terreno fertile nello sport; non solo tra i grandi professionisti, ma ancor di più tra gli “sportivi della domenica” e nelle palestre. Ma servono davvero gli integratori ? Uno sportivo allenato e correttamente nutrito non ha bisogno, almeno per la prima ora di attività, di integrazioni di zuccheri e sali: un’ alimentazione bene equilibrata fornisce a qualsiasi sportivo tutti i sali minerali necessari e l’ unica reintegrazione, davvero necessaria per chiunque svolga un’ attività fisica capace di creare sudorazione, è quella dell’ acqua ! Infatti un’ aggiunta eccessiva di zucchero o di sali minerali all’ acqua provoca un rallentamento dello svuotamento gastrico e quindi un ritardo nella reidratazione. Le bevande troppo concentrate in zucchero o sali restano “sequestrate” a lungo nello stomaco ritardando la discesa nei successivi tratti intestinali, dove ha luogo l’ effettivo assorbimento dei principi alimentari.
Il rischio alimentare non è uguale per tutti
C’è molta esagerazione sui meriti di una buona alimentazione, ma c’è molta realtà sui rischi a cui espone uno stile alimentare errato. Un’ alimentazione errata si tramuta, per alcuni più che per altri, in un fattore di rischio: uno stile alimentare errato può accrescere la possibilità statistica che ognuno di noi ha di contrarre infarto, diabete, gotta, calcolosi o molte altre patologie, incluse diverse forme tumorali, facilitate, se non del tutto originate, da fattori alimentari. Ma è troppo ingenuo incolpare solo dimenticando il contributo del fumo, della sedentarietà, del sovrappeso, dell’ ipertensione arteriosa, della vita stressante e infine dei caratteri ereditari. Una corretta alimentazione va associata ad un corretto e sano stile di vita.
Salute e bellezza: la vitamina C per la donna
La vitamina C è un antinfiammatorio naturale: aumenta le difese proteggendo l’ organismo da attacchi virali ed è fondamentale per il buon funzionamento delle cellule. In altre parole la vitamina C si comporta come un antivirus per il nostro organismo. Inoltre migliora l’ assorbimento di ferro e calcio e riduce la formazione della placca anterosclerotica abbassando il rischio di malattie cardiovascolari (infarto cardiaco, ictus cerebrale). Ma le recenti scoperte riguardano il ruolo della vitamina C contro alcuni disturbi che riguardano principalmente le donne. Durante l’ età fertile, a causa delle perdite ematiche dovute al ciclo mestruale, molte donne soffrono di anemia. Lo stesso vale per le emorragie dovute al parto. La vitamina C viene in aiuto favorendo l’ assorbimento di ferro. Nelle donne in corso di gravidanza, un maggior apporto di vitamina C serve anche a scongiurare la rottura della membrana amniotica, riducendo il rischio di nascite premature. Facilitando l’ assorbimento di calcio, la vitamina C previene anche l’ osteoporosi che può verificarsi in età matura. Inoltre, proprio perchè essenziale al nostro sistema immunitario e per le sue proprietà acidificanti, contrasta le infezioni del tratto urinario ed è perciò molto utile in presenza di cistiti ricorrenti. Ma i motivi dell’ interesse per lo studio dei benefici della vitamina C non finiscono qui. Oltre ad essere determinante per la salute, la vitamina C è anche un alleato di bellezza contro stanchezza, doppie punte, gengive sanguinanti, capillari rotti, vene varicose, pelle secca e poco elastica. La vitamina C è contenuta in quantità diversa in molti alimenti tra cui kiwi, fragole, agrumi, peperoni, cavoli, crauti, malto, pomodori, verdure verdi a foglia come la rucola, ma soprattutto (anche se in pochi lo sanno) nei peperoncini piccanti e nell’ uva.